Il ciclo di affreschi di Santa Maria ad Cryptas
La realizzazione degli affreschi dimostra una tecnica raffinata e una profonda conoscenza dei materiali pittorici dell'epoca. I maestri che operarono a Santa Maria ad Cryptas utilizzarono la tradizionale tecnica dell'affresco buono, stendendo i colori su intonaco ancora fresco per garantire la massima durabilità dell'opera.
I maestri che operarono a Santa Maria ad Cryptas utilizzarono la tradizionale tecnica dell'affresco buono, stendendo i colori su intonaco ancora fresco per garantire la massima durabilità dell'opera.
I pigmenti utilizzati rivelano una scelta accurata e costosa: il blu oltremare per i manti della Vergine, ottenuto dalla macinazione del lapislazzuli, il rosso cinabro per le vesti regali, l'oro zecchino per le aureole e i dettagli più preziosi. Questa ricchezza materiale testimonia l'importanza della committenza e la volontà di creare un'opera destinata a durare nei secoli.
L'abside semicircolare ospita la scena più solenne dell'intero ciclo: la Maestà o Cristo in trono. Al centro della composizione, il Cristo Pantocratore siede su un trono riccamente decorato, benedicente, circondato da un'mandorla mistica che simboleggia la sua natura divina. La figura del Salvatore mostra ancora influenze bizantine nella frontalità e nella solennità dell'espressione, ma rivela già una nuova sensibilità nell'umanizzazione dei tratti del volto.
Ai lati del Cristo si dispongono i Quattro Evangelisti con i loro simboli tradizionali: l'aquila di Giovanni, il leone di Marco, il toro di Luca e l'angelo di Matteo. Ogni figura è caratterizzata da una precisa individualità fisionomica e da una gestualità che tradisce l'influenza dell'arte occidentale.
Nella fascia inferiore dell'abside si sviluppa una teoria di santi e martiri, tra cui spiccano figure di particolare devozione locale. I vescovi sono riconoscibili per le insegne episcopali, mentre i martiri portano le palme del loro sacrificio. Particolare attenzione merita la presenza di santi francescani, testimonianza dell'influenza dell'ordine mendicante nella spiritualità del territorio aquilano.
Le pareti laterali della navata ospitano cicli narrativi che raccontano episodi della vita di Cristo e della Vergine Maria. Queste scene, organizzate in registri sovrapposti, seguono un percorso iconografico che accompagna il fedele dalla nascita del Salvatore fino alla sua glorificazione.
Nella parete di sinistra si sviluppa il ciclo dell'Infanzia di Cristo: l'Annunciazione, con una Vergine di straordinaria grazia e un arcangelo Gabriele dalle ali multicolori; la Natività, ambientata in un paesaggio roccioso che ricorda le montagne abruzzesi; l'Adorazione dei Magi, con i tre sovrani riccamente abbigliati secondo la moda del Duecento.
La parete di destra è dedicata alla Passione: l'Ingresso a Gerusalemme, la Crocifissione con una composizione drammatica che anticipa le soluzioni gotiche, la Deposizione e la Resurrezione. Ogni scena è arricchita da dettagli architettonici e paesaggistici che testimoniano l'attenzione dei pittori per la realtà contemporanea.